venerdì 6 giugno 2014

Anche noi denunciavamo nel 2012 queste scorrettezze e per aver calpestato e continuato a calpestare la dignità dei disabili e invalidi varesini. Ad un incontro con il Prefetto di Varese ci diede ragione.


FINALMENTE LA VERITA’ SUI FALSI INVALIDI. !!     Riceviamo e pubblichiamo

ROMA. Negli ultimi anni – come denunciato puntualmente su queste pagine (basti scorrere l’elenco parziale di testi qui a fianco riportato) – giornali e TV sono stati permeati da notizie ad effetto sul fenomeno e sulla consistenza numerica dei cosiddetti “falsi invalidi”, sapientemente alimentate da dati ufficiali, da episodi eclatanti come il cieco che guida, lo zoppo che balla, il sordo che suona accompagnato da una certa dose di malafede.
Un invalido su quattro è falso, Il 23% degli invalidi è falso: sono solo due tra i tanti, tantissimi titoli sparati dopo le dichiarazioni del già presidente dell’INPS Antonio Mastrapasqua e supinamente riprese da molti articolisti, oltreché da numerosi Parlamentari (tanto da finire agli Atti di Camera e Senato), contribuendo allo stigma e al pregiudizio nei confronti delle persone con disabilità.

Dal 2009 al 2013, poi, vi è stata un’imponente campagna di controlli che ha interessato oltre 850.000 persone titolari di pensione o indennità di accompagnamento, circa un terzo, quindi, di tutti gli interessati.
Era perciò giunto il momento di sapere, al di là delle dichiarazioni ufficiose e artefatte come fossero effettivamente andati quei controlli, invocati da più parti come ineludibili e quale reale beneficio ne avessero tratto l’Erario e i Cittadini.

Lo ha chiesto con un’Interrogazione a risposta scritta Donata Lenzi, capogruppo del Partito Democratico alla Commissione Affari Sociali della Camera e la risposta è arrivata il 29 maggio scorso dal Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali Franca Biondelli la quale ha riportato i dati forniti dall’INPS che su taluni aspetti sono volutamente lacunosi.
Si è parlato cioè di 854.192 verifiche straordinarie effettuate dall’INPS, con la revoca per mancata conferma dei requisiti sanitari o per assenza alla visita medico legale di 67.225 provvidenze.     Il che per incominciare, corrisponderebbe al 7,9% delle verifiche e non quindi, per restare ai titoli sopracitati, al 23% o a un invalido su quattro.
Ma quello stesso dato relativo alle revoche, secondo uno studio della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), sarebbe gonfiato ad arte.

Vedendo infatti diminuire l’efficacia dei suoi controlli  si legge appunto in una nota della Federazione, nel 2011 (Messaggio n. 6763 del 16 marzo 2011) l’INPS stabilì di includere nel Piano Straordinario di Verifica tutte le persone per le quali era già stata prevista una revisione dell’invalidità.     Ad esempio, a molti malati oncologici cui era stata riconosciuta l’indennità di accompagnamento per il periodo in cui seguivano cicli di chemioterapia o nella fase di maggiore acuzie, riservandosi la possibilità di rivedere successivamente l’invalidità e di revocare, per via ordinaria, l’indennità di accompagnamento stessa. Insomma, non erano falsi invalidi e ricevevano normalmente un sussidio nella fase di maggiore necessità.

Quella scelta dell’INPS  prosegue la FISH, offrì dunque all’Istituto un bacino di potenziali persone da controllare i cui contorni erano ben definiti e sui quali erano più probabili le revoche delle provvidenze economiche che comunque sarebbero in ogni caso avvenute.


In questo modo, però, esse sarebbero state attribuibili all’azione dell’INPS e non alla normale e routinaria attività delle Commissioni ASL.
Quel disegno, viene sottolineato dalla Federazione, è stato ora smascherato dalla stessa risposta all’Interrogazione del sottosegretario Biondelli: le revoche di provvidenze ai malati oncologici, infatti, sono passate dal 3% del 2009 al 33% del 2012! Quel 7,9% di revoche complessive, dunque, è pertanto al lordo di quanto sarebbe comunque avvenuto per via ordinaria.

Particolarmente interessanti sono anche le riflessioni della FISH su quanto avrebbe realmente ricavato l’INPS da questa gigantesca operazione di controllo.

Lo dice la risposta all’Interrogazione: 352,7 milioni di euro. Lordi, molto lordi! Infatti, per affrontare questa straordinaria mole di lavoro, l’Istituto è dovuto ricorrere anche a medici esterni, con una spesa dichiarata (dal 2009 al 2012) di 101,2 milioni di euro. Il risparmio diventa quindi di 251,5 milioni, ancora lordi, ma che rappresentano esattamente un risparmio dell’1,51% della spesa annua per le provvidenze agli invalidi civili (16,6 miliardi secondo il Bilancio Sociale dell’INPS, un miliardo e mezzo in meno secondo la Corte dei Conti). Da questo bottino, vanno poi detratte le spese per il personale interno che l’INPS non dichiara: altri medici, dirigenti, softwaristi, impiegati amministrativi, spese di struttura, spese di spedizione di 850.000 comunicazioni. Stima prudenziale: altri 70 milioni. Il risparmio scende dunque a 181,5 milioni.

Ma non è finita. Come correttamente ricorda la risposta in Commissione Affari Sociali della Camera prosegue infatti la FISH, il risparmio va inteso al lordo del contenzioso. Tradotto: chi si vede revocare la pensione o l’indennità fa ricorso.

Nel 45% dei casi l’INPS soccombe in giudizio ed è obbligato a restituire, con gli interessi il maltolto pagandoci pure le spese legali. Pertanto, molto prudenzialmente è da ritenere che l’INPS (che oltretutto si serve in larga misura di legali esterni, come lamenta la Corte dei Conti) perda in questa operazione almeno altri 70 milioni. Il risparmio scende perciò a 111,5 milioni e questa cifra rappresenta appena lo 0,67% della spesa annuale per pensioni e indennità. Per completezza, l’intera spesa del 2012 per pensioni e indennità è pari all’1,1% del Prodotto Interno Lordo (PIL), una delle percentuali più basse d’Europa (sono dietro di noi solo Malta, Cipro e la Grecia.

A fronte di questi numeri fallimentari  conclude la nota, ci sono i disagi patiti dalle persone invalide, spesso convocate a visita nonostante condizioni di salute gravissime, vedi amputati oppure alettati dove per il trasporto si è dovuto usale l’autolettiga, magari con i messaggini INPS mediante cellulare,  nonché la conseguente dilatazione dei tempi medi necessari per il riconoscimento delle prestazioni. Vedi blocchi dei rispettivi compensi dovuti per mesi e mesi.  In tal senso, la Corte dei Conti segnala, nel suo più recente controllo ispettivo, che gli invalidi attendono mediamente 299 giorni dalla data della domanda, i ciechi 338 e peggio ancora va ai sordi (399)».

Ci auguriamo è il duro commento di Vincenzo Falabella presidente della FISH, che gli organi di informazione ci aiutino a smantellare quello che appare in tutta evidenza un odioso pregiudizio, alimentato per anni. È quasi superfluo invocare il diritto di rettifica.

Al Parlamento invece, caldeggiamo una riflessione profonda: la Legge di stabilità per il 2013 (Legge 228/12) aveva previsto ulteriori 450.000 controlli da effettuarsi entro il 2015. Si fermi questo sperpero e si approfitti per ripensare in modo efficace e inclusivo a nuovi criteri di accertamento della disabilità.       ufficiostampa@fishonlus.it.

domenica 1 giugno 2014

L'AVID IN PIAZZA A GALLARATE

31-05-14  dalle 14.00 alle 24.00 in Piazza a Gallarate con le nostre due auto multiadattate. Molte persone hanno visitato le nostre auto oltre ad un buon interessamento verso il lavoro svolto dal gruppo di volontari dell'AVID.  Alla sera è venuto a trovarci l'Assessore alle politiche Sociali, l'Assessore all'Istruzione ed infine il Sig. Sindaco il quale, dopo essere venuto a conoscenza del nostro lavoro volontario e gratuito ci ha ringraziato.

Il Sindaco di Gallarate alla fine dell'incontro al Presidente dell'AVID ha detto: con il vostro sostegno alla mobilità senza eccessivi costi, molti disabili o invalidi diventeranno più autonomi.                                                         
                     info@associazione-avid.it   <>    cell. 3403303528